“E’ la dura legge del gol
fai un gran bel gioco però
se non hai difesa gli altri segnano
e poi vincono
Loro stanno chiusi ma
alla prima opportunità
salgon subito e la buttan dentro a noi
la buttan dentro a noi”
Data Stellare 20/02/2016
Il mondo della musica è pieno di grandi canzoni e di grandi cantanti.
La musica è un’arte che si tramanda da sempre, da quando i primi uomini cominciarono a cantare intorno ai falò sperando nei favori dei loro bizzosi Dei, e ha la grande capacità di adattarsi ai tempo come nient’altro riesce a fare. Sempre diversa e sempre attuale, spesso rinnegando il proprio passato correndo forte verso il futuro, alla ricerca di qualcuno che sappia innovarla ancora, e ancora, e ancora, nutrendosi avidamente di chi riesce in questo intento, abbandonandolo poi nel dimenticatoio quando poi non ha più bisogno di lui.
Poi ci sono quelle canzoni che, anche grazie all’enorme diffusione che l’attuale livello tecnologico permette, si sentono sempre per radio, quelle anche a distanza di anni ancora sono orecchiabili e delle quali sai ancora a memoria le parole, in inglese “evergreen”, sempreverdi.
Se c’è un gruppo che sugli evergreen ci ha costruito sopra una carriera quelli sono gli 883.
“La dura legge del gol” non è solo una perfetta metafora della vita, come d’altronde il calcio stesso è, ma è anche la miglior spiegazione che potrei dare alla partita che quel branco di matti ha fatto sabato scorso.
La citazione iniziale non è precisissima, perché in difesa siamo stati impeccabili, così come nelle altre zone del campo, contro il Mirabello una squadra che conoscevamo molto bene (terza partita contro di loro quest’anno) e che sapevamo essere molto forte (due sconfitte e un pareggio contando quella di ieri). Partita giocata FINALMENTE di squadra, muovendosi nello spazio, cercando il compagno smarcato con il fraseggio corto spesso nello stretto e pochissimi lanci lunghi sfruttando invece meglio del solito gli 1 vs 1, creando un vantaggio andando in superiorità numerica. Contro una squadra molto più forte fisicamente nessuno ha mollato; tutti correvano, tutti lottavano, tutti giocavano a calcio, neanche i più piccoli si sono fatti mettere sotto.
Stavolta è davvero un peccato non aver vinto (1-0, 0-0, 0-0 i parziali).
Sembra la solita storia, l’opere incompiuta di un’artista, la ciliegina sulla torta che manca, quel “fai un gran bel gioco però…” che cantava Max, che ti lascia l’amaro in bocca per aver sprecato un’occasione, che ti fa andare a casa meno felice di quanto potresti essere. Ma non per me.
Dopo mesi di lavoro, non solo mio, ho visto giocare i bambini come una squadra: le spaziature giuste, l’aiuto verso chi ha bisogno, la corsa a recuperare palla degli attaccanti e l’impostazione giusta da parte dei difensori, la protezione del portiere (da migliorare nei calci piazzati, ma sono quisquilie) e l’attacco della profondità.
Posso solo essere felice di quanto ho visto e la ciliegina la mangio un’altra volta, che sono a dieta.
E poi lo diceva anche Max:
“E’ la dura legge del gol
gli altri segneranno però
che spettacolo quando giochiamo noi
non molliamo mai
Loro stanno chiusi ma
cosa importa chi vincerà
perché in fondo lo squadrone siamo noi
lo squadrone siamo noi”
Un abbraccio, Marco.
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